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Fratelli d’Italia , ma dove sono ?

Si dà per scontato che parlando di fratelli , tutti noi siamo portati a pensare alla famiglia , perché è nella famiglia appunto che si trova l’unica possibilità di  chiamare un individuo con questo  nome . Tutti gli altri usi che ne vengono fatti stanno solo ad indicare che tale è il legame fra due o più individui che va ad avvicinarsi a quello fra fratelli, null’altro .
Per cui l’improvviso rigurgito avuto in questi ultimi tempi , dell’inno   “ Fratelli d’Italia “, causa la legge che lo rende materia d’obbligo nella scuola , ci ha portati naturalmente a fare lo stesso pensiero , un pensiero di fratellanza , di comprensione , di correttezza reciproca fra tutti gli Italiani , cosa che purtroppo , e si noti diciamo purtroppo non è facile trovare.
L’andazzo che si è instaurato infatti nel vivere quotidiano in questo Paese , è ben lungi dal permettere di cantare questo inno senza pensare alle contraddizioni che un individuo normale , che sa usare la propria testa mentre compie ogni azione , sente dentro di se ! E si può ben dire che quanto sta scritto nella seconda strofa dello stesso “noi siamo da secoli calpesti , derisi , perché non siam popolo , perché siam divisi “ è una triste realtà ! Se già nel 1847 quando si scrisse questo testo , l’autore del quale è ancora dubbio , la divisione dei popoli che vivevano nella penisola era una realtà , ci sembra che da allora le cose non siano molto cambiate . Anche se oggi  l’Italia si presenta  come Stato , di fatto le fratture e le contraddizioni interne sono tutt’altro che superficiali .  Certo fra i tanti che compongono il Paese , per fortuna ci sono anche persone oneste , corrette , ed è solo merito di queste se qualcosa ancora regge! Ma l’individuo normale si sente tutt’altro che fratello con certi, troppi  individui che antepongono tutti i loro interessi personali in ogni campo al dovere civile di ogni cittadino. Infatti come ci si può sentire fratelli con il personaggio sportivo che viene pescato a truffare lo stato Italia  per  oltre un centinaio di milioni di Euro , e poi ne patteggia la quarta parte . Come ci si può sentire fratelli con chi manipola in maniera truffaldina centinaia di miliardi di Euro scaricandone poi le conseguenze sulle spalle dei più o meno volutamente onesti , che si vedono gravati di oneri fiscali che altri dovrebbero pagare !! Come ci si può sentire fratelli di certi sportivi osannati dalle masse e dagli stadi che nel campo cantano con ardore l’Inno , mano sul cuore e poi  dopo giocano con tutto l’ardore per falsare i risultati della partita e intascare così l’assegno ? Come ci si può sentire fratelli quando un povero diavolo di cittadino trentino disastrato , che ruba un DVD per il figlioletto, valore 14 Euro viene condannato a un mese di carcere ( in alternativa a 7.600 Euro di sanzione ) e chi ruba 23.000.000 di Euro patteggia circa 3 anni di carcere ? Sempre che poi li faccia ! Dove stanno i rapporti ? L’unico rapporto che vedo è quello inversamente proporzionale , e sta nella considerazione che chi più ruba meno paga.    E non è tutto , la mancanza di spazio ci blocca, in quanto il discorso permetterebbe ben  altri commenti , ad esempio quello su quei fratelli d’Italia che hanno usato  in questi ultimi 40 anni il sangue di tanti Italiani innocenti , assassinati  dalle loro stragi “ tutte italiane “ che ben conosciamo . Stragi che a distanza di tanti anni sono tutte tremendamente impunite!!
Tutte queste considerazioni portano a dire che l’insegnamento di questo Inno nelle scuole lascia il tempo che trova , una delle migliaia di leggi fatte e che mai vengono poi  fatte osservare. Darebbe probabilmente più risultati un  insegnamento dell’etica e del serio vivere rispettando i valori civili , la” butade” resa legge  sull’Inno lascierà ciò che c’è , quella  cosa molto labile dentro direi la totalità degli Italiani . Pensiamo di non sbagliare dicendo che se fosse di fare improvvisamente un test sull’Inno ai nostri stessi parlamentari si vedrebbero delle ben magre figure. Come le interviste televisive fatte in questi giorni a vari cittadini , dove anche chi si dichiarava entusiasta e favorevole , alla richiesta di un cenno dell’Inno , balbettava un inizio   più o meno esatto e si fermava  velocemente , dimostrando una sicurezza sulla materia che è paragonabile a quella di una persona che si accinge a muovere i primi passi dopo tre mesi di degenza a letto. 
Altra cosa importante che per la Gente di qui crea disagio, è quanto si trova nell’ultima strofa dell’Inno , che pochi  conoscono , come pochissimi sanno che inizialmente fu censurata perfino dal governo piemontese , dove il riferimento all’Austria non ci porta certo entusiasmo verso questa composizione . Questo in quanto la nostra cultura di gente di confine , ha ben radicato un sentimento di gratitudine e vera fratellanza verso chi ha condiviso con noi centinaia di anni di Storia , nel bene e nel male , Storia e impostazioni di vita che tutt’oggi ci danno dei vantaggi , e non possono essere rinnegate , per cui questa chiusura oltraggiosa verso questa  Patria dei Nostri Padri non è per niente  gradita. Un Inno poi dovrebbe , in un contesto di cammino verso un’  Europa Unita , cercare di attenuare i vecchi contrasti e le vecchie divisioni  e non ravvivarle con  frasi che hanno fatto il loro tempo e che forse solo allora avevano qualche ragion d’essere.


Giuseppe Matuella  : Presidente del Circolo M.Gaismayr
 




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