logo
HOME | CHI SIAMO | DOCUMENTI | LINK | CONTATTI
Notizie ed articoli

Georg Klotz. Una vita per l’unità del Tirolo.

Silvius Magnago, che dopo la notte dei fuochi dell’ 11 giugno ‘61 aveva definito gli attivisti sudtirolesi “politicamente idioti”, cambiò poi radicalmente idea, tanto che dopo l’approvazione da parte della SVP del 2° statuto d’autonomia, si espresse in questi termini: “Senza i dinamitardi non avremmo mai ottenuto l’autonomia”. (Intervista rilasciata a Gerd Bacher della ÖRF). Nel volume “La lotta di liberazione tradita”, edizione 2004, viene riportato chiaramente il pensiero di Magnago riguardo le azioni degli attivisti del BAS (comitato di liberazione del Sudtirolo) degli anni ’60. Queste le sue parole :
“Noi tutti abbiamo sofferto insieme a loro e con loro sperato, anche se non lo abbiamo mai ammesso. Certamente i problemi non dovrebbero mai essere risolti con la violenza, tuttavia ho capito questi sudtirolesi, la loro disperazione e il loro idealismo. Oggi possiamo affermare, senza tema di smentita, che questa nostra gente ha fondamentalmente contribuito ad aprire la strada verso la realizzazione del pacchetto per l’autonomia del Sudtirolo. Per questo hanno pagato un prezzo assai alto e non sempre hanno trovato quella comprensione che sarebbe stata loro dovuta”. Quello di Magnago è un pensiero condiviso dallo stesso Durnwalder, che in un’intervista concessa il 9 giugno 2011 al quotidiano “Il Piccolo” di Trieste dichiarava, parlando della lotta di liberazione degli attivisti degli anni ’60:
“E’ anche grazie a loro se le trattative con lo stato italiano sono andate avanti”.
Le ragioni per cui i patrioti sudtirolesi non vedevano altra strada da seguire se non quella della lotta armata, ma anche il pesante ruolo svolto allora dai servizi segreti italiani e  le ripercussioni a livello internazionale degli attentati  degli anni ’60 in Sudtirolo, vengono descritte in modo egregio da Günther Obwegs nel suo libro “Freund der Du die Sonne noch schaust…” (Amico, tu che guardi ancora il sole…) in cui si parla tra l’altro del compagno di lotta di Georg Klotz , Luis Amplatz, ucciso nel sonno da un infiltrato dei servizi segreti legati al SIFAR.  Il volume è stato  tradotto in italiano, ma non ancora pubblicato in questa veste. Oggi, al testo in versione italiana della dott. Klotz si ascrive il merito di far conoscere anche ai trentini, ma non solo ad essi, un periodo tragico della storia del Sudtirolo, come fu realmente percepito dal suo popolo. Un popolo di grandi virtù, strappato alla madre patria, risoluto ad affrontare chi ne aveva pianificato durante l’era fascista e nel periodo successivo, l’annientamento culturale e identitario. Un progetto scellerato che negli anni immediatamente precedenti agli attentati dinamitardi indusse il canonico Michael Gamper a ricorrere ad un’ espressione divenuta famosa :”I sudtirolesi sono in marcia verso la propria morte.” Coloro che da qui, persa la memoria storica di valori condivisi per secoli con la popolazione di lingua tedesca, hanno condannato coralmente le azioni degli attivisti degli anni ’60 in Sudtirolo, indifferenti alle ingiustizie e ai soprusi sofferti per anni dalla sua popolazione, leggendo il libro, potranno forse  rielaborare con maggiore serenità il giudizio allora indotto da un sentimento deprecabile e immotivato. Un male antico di cui non  pochi italiani si gloriano. Si nutre dell’odio verso gli altri e  si chiama nazionalismo.

Marco de Tisi




Privacy e cookie policy