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Notizie ed articoli

Conoscere la lingua del vicino

Riconoscersi in quanto si legge - con sempre maggiore frequenza - via rete o nei quotidiani locali, circa l’ importanza della conoscenza  della lingua tedesca per i trentini, significa, in primo luogo, rafforzarne l’ aspetto identitario formatosi in secoli di appartenenza all’ impero asburgico. Un’ identità, la nostra, che si riscontra, ad esempio, in non pochi cognomi locali, o loro derivazioni, e in termini dialettali di chiara matrice  tedesca .Ma rappresenta anche un  legame che sussiste di fatto tuttora. Lo è per la posizione geografica del Trentino, incuneato in un vasto territorio in cui risiedono popolazioni tedesche,  per gli interessi comuni legati ai trasporti, all’ ambiente, all’ economia e a tutto ciò che ne consegue. Fattori, questi, destinati ad assume crescente rilievo in seno al noto organismo di cooperazione territoriale, oggi definito Euregio, di cui la popolazione di lingua italiana costituisce una minoranza. Per queste ragioni il tedesco non dovrebbe essere considerato dai trentini una lingua straniera, ma, come ebbe a sostenere Pino Morandini, la loro seconda lingua; ciò che del resto già avviene per i sudtirolesi nei confronti dell’ italiano.
Conoscere la prima lingua più parlata nell’ Unione Europea , significa oggi avere prospettive di lavoro che non hanno eguali nei 27 Paesi dell’ Unione, e non solo in Germania, definita recentemente da Federico Rampini de la Repubblica “Paese in cui vige un sistema fantastico di economia sociale di mercato che ha vinto gli effetti perversi della globalizzazione”, e i cui  percorsi professionalizzanti – secondo Tito Boeri – “funzionano egregiamente” , ma anche alle porte di casa e all’ interno dello stesso Trentino. E’  quindi auspicabile che la società trentina, privata nel tempo del proprio ruolo di “ponte tra due culture” (ri)conosca chi già era parte integrante del suo vissuto storico e ne comprenda  la mentalità, di cui la lingua è strumento imprescindibile. Operare  affinché potenziali occasioni di sviluppo economico e di interscambi culturali non vengano vanificati da opposizioni anacronistiche o di parte; perché non accada altre volte che - come testimoniato  a suo tempo da Stefan Ties, responsabile di Trentino Export – delle aziende trentine operanti in quel  campo, oltre Brennero, con buone prospettive di crescita e quindi occupazionali, cessino di esistere per mancanza di personale bilingue. Ma anche per evitare che in futuro imprese dell’ area tedesca interessate ad espandersi in Trentino, vi rinuncino, come ora accade, a causa e per colpa della barriera linguistica eretta a dieci minuti di macchina dalla provincia di Bolzano.

 

Marco de Tisi




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